Ipotesi
e realta'

L'astronauta
e la bandiera
Archivio NASA
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Il settantacinquenne William
Kaysing che ha lavorato dal '57 al '63 come direttore delle pubblicazioni
tecniche per il Rocketdyne Research Department (fornitore delle macchine
per il progetto spaziale Apollo) non ha dubbi: «La NASA non poteva
realizzare il progetto Apollo e i suoi dirigenti lo sapevano: alla fine
degli anni Cinquanta quando lavoravo al Rocketdyne, fecero uno studio
sulla possibilità di mandare uomini sulla luna.
La percentuale di successo
risultò all'incirca 0,0017 per cento: praticamente senza speranza. Che la
NASA fu amministrata in malo modo è ben documentato ed è molto più che
inverosimile che sia passata da una situazione disastrosa a un successo
totale: ciò è semplicemente contro ogni logica.
La NASA e Rocketdyne erano
semplicemente alla ricerca di denaro; ho lavorato nel settore aerospaziale
abbastanza a lungo per sapere che quello era il loro obiettivo
principale.
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Il paesaggio con le rocce
lunari fu costruito in un loro laboratorio geologico, mentre il falso
metraggio fu girato al Norton Air Force Base di San Bernardino.
Avevano un set di
apparecchiature, ognuna delle quali migliore di quelle di tutti gli studi
cinematografici di Hollywood», spiega Kaysing, aggiungendo che «la persona
incaricata fu nientemeno che il solitario Stanley Kubrick che aveva
accesso a tutto».
Nel 1968, Stanley Kubrick fu
segretamente contattato da ufficiali della nasa, rimasti colpiti da 2001:
Odissea nello spazio e che gli presentarono un'offerta redditizia per
"dirigere" le prime tre missioni lunari.
Inizialmente Kubrick declinò
l'invito, ma la NASA minacciò di rendere pubblico il coinvolgimento del
giovane fratello Raul, col Partito Comunista.
Ciò potrebbe esser stato di un
imbarazzo intollerabile per Kubrick, specialmente dopo la realizzazione de
"Il Dottor Stranamore".
Con un team per gli effetti
speciali capeggiato da Douglas Trumbull, "creò" la prima e la seconda
missione lunare in un edificio speciale di Huntsville,
nell'Alabama.
Per simulare la gravità lunare
usò gru a ponti idraulici e sottilissimi cavi.
In seguito si rifiutò di
dirigere "Apollo 13" poiché gli ufficiali della nasa rifiutarono la sua
sceneggiatura in cui la missione fallisce drammaticamente sostenendo che
essa avrebbe potuto mettere a repentaglio l'immagine
dell'Agenzia.
Ironicamente, qualche tempo
dopo l'abbandono di Kubrick, decise di usare lo scenario della missione
fallita, per cui fu arruolato Randall Cunningham, regista inglese poco
conosciuto ma molto rispettato.
È ben conosciuto l'interesse di
Kubrick verso la matematica teorica e in quel periodo si occupò di
meccanica orbitale, consultando frequentemente Werner von Braun che
curiosamente all'epoca viveva anch'egli a Huntsville.
Dopo alcuni incontri, Kubrick
inavvertitamente ottenne un'elegante soluzione al problema della "libera
traiettoria di ritorno", problema che aveva assillato la NASA nel
completare una missione lunare "reale", ma questa arrivò troppo tardi in
mano agli ingegneri della NASA per essere praticabile.
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Ipotesi
o realtà?
Fu molto facile
organizzare tutta la messinscena perché la Nasa aveva un controllo
totale su ogni avvenimento e tutto avvenne sotto stretto controllo
militare.
Probabilmente, il razzo
Saturn V con gli astronauti Armstrong, Aldrin e Collins a bordo,
partì regolarmente ma, appena furono fuori dallo sguardo del
pubblico, l'astronave si diresse verso il polo sud, espulse
l'equipaggio e si schiantò nell'Oceano.
Nel frattempo, gli
astronauti e gli uomini del Controllo della missione furono portati
da parte in un corso meticolosamente progettato per ingannare il
pubblico facendogli credere del viaggio sulla
luna.
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Dopo la spettacolare
"missione lunare", l'equipaggio e il modulo di comando furono
caricati su un aereo militare da trasporto e gettati nel Pacifico
per le operazioni di "recupero".
Un'altra ipotesi è che
rimasero in orbita terrestre fino al rientro nell'atmosfera per
finire con un perfetto ammaraggio nel Pacifico.
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L'ultima ipotesi è che non
salirono neppure alla partenza e la navicella caduta in mare era vuota.
Dopo il rientro, gli astronauti furono messi in isolamento con
l'incredibile scusa di non contagiare con i germi lunari!
In realtà questa quarantena
forzata fu necessaria affinché essi raccontassero a freddo la storia per
essere meglio credibili.

Armstrong,
Aldrin e Collins
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Successivamente agli
astronauti e ad alcuni tecnici fu fatto un lavaggio del cervello e
furono sottoposti ad ipnosi per garantire la loro cooperazione nella
truffa.
Il fatto che Aldrin sia
diventato un alcoolizzato e che Armstrong è parecchio tempo che non
parla più dell'avventura Apollo è un fatto che dovrebbe comunque
insospettire (ha rilasciato solo 3 interviste!), tanto più che
dovrebbe essere considerato un "eroe" americano con tutto ciò che ne
consegue.
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Poche persone tra coloro che
lavorarono al progetto Apollo seppero della truffa e furono informati
solamente di ciò che gli avrebbe permesso di operare.
Una tantum, promozioni, e/o
velate minacce potrebbero aver assicurato il silenzio di coloro che erano
a conoscenza dell'intero progetto.
Non è un caso se tre alti
dirigenti (leading investigators) della nasa abbandonarono il progetto
Apollo il giorno stesso del "ritorno" dell'equipaggio dell'Apollo
11.
Finora la truffa era soltanto
un'ipotesi, mancava ancora la certezza dell'imbroglio. La prova decisiva e
sorprendente la si trova analizzando - fotogramma per fotogramma - i
filmati che vengono presentati come girati sulla luna: le ombre
divergono!
Questo ha una sola spiegazione:
le ombre del L.E.M., degli astronauti e della bandiera non sono prodotte
dal sole, che crea ombre tutte parallele, ma da una luce artificiale, da
un bel lampadone cinematografico.
Questa è una prova che può fare
chiunque analizzando i filmati "lunari". Prendete ad esempio l'ombra di
Armstrong che passeggia, analizzate il primo e l'ultimo fotogramma e
calcolate a che distanza era la potente luce usata e quante luci hanno
usato nel più bel film di fantescienza mai realizzato.
Foto
e documenti
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