Continuarono a portare
avanti il progetto Apollo durante gli anni Sessanta, ma la loro
"riserva" fu l'Apollo Simulation Project (ASP).
Quando capirono - grazie
a studi scientifici fatti dai sovietici già nel '59 - di non avere
la tecnologia necessaria per realizzare la promessa di Kennedy
giacché la fine del decennio era prossima, la scelta di dar corso
all'ASP fu praticamente obbligata.
Molte persone pensano che
la NASA creò una simulazione quasi perfetta, d'accordo col vecchio
adagio che in una guerra la verità è la prima vittima.
Secondo questa teoria, la
Guerra Fredda - allora al suo apogeo - non fu,
l'eccezione.
Invece, la Guerra Fredda
era già finita da parecchi anni ed era durata molto meno: dalla
bomba atomica su Hiroshima nell'agosto 1945 alla prima esplosione
atomica sperimentale fatta dai sovietici qualche anno
dopo.
Hiroshima non fu il passo
decisivo per la fine della Seconda Guerra mondiale come scrivono gli
storici fessi, ma il primo atto della Guerra Fredda (il secondo
sarebbe stato la Cortina di ferro).
Poiché gli USA si resero
conto di non essere più i soli a possedere armi atomiche, capirono
di non poter conquistare il mondo in tempi brevi e quindi cercarono
e trovarono un'alleanza con l'URSS per spartirsi l'Europa e le
ex-colonie europee, processo ancora in corso come evidenzia la
guerra franco-americana per il controllo delle risorse minerarie nel
Congo/Zaire.
Probabilmente gli USA
svilupparono la tecnologia spaziale in cooperazione con l'URSS o
comunque non la tennero all'oscuro.
In "Diamonds Are Forever"
(1971), James Bond s'imbatte accidentalmente in un set
cinematografico pieno di rocce su un fondale lunare e con un veicolo
che assomiglia all'Eagle.
Alcuni uomini in tuta
spaziale si muovono lentamente come simulando una debole gravità.
Bond fugge da un tipo che gli da la caccia, ma l'agente 007 sale sul
modulo lunare e scappa.
La scena non viene né
ripresa né spiegata. Qualche anno fa, si viene a sapere che i russi
analizzavano meticolosamente i filmati di 007 forse perché in questi
films vi erano messaggi diretti a loro; effettivamente l'anno scorso
viene fuori la notizia che alla lavorazione partecipavano apparati
dello Stato.
Poiché, come abbiamo già
detto, divenne evidente che la missione lunare risultava
impossibile, la NASA diede corso all'Apollo Simulation Project,
montato per il giubilo del popolo americano provato dalla guerra in
Vietnam e dal movimento del Sessantotto.
L'ASP fu architettato per
prendere miliardi di dollari in sovvenzioni e proseguire coi
progetti spaziali reali, e fu accettato dal establishment degli
Stati Uniti come colpo propagandista per riaccendere il sentimento
nazionalista messo in quel periodo a dura prova. La messinscena non
fu fatta quindi contro l'URSS ma contro il proletariato
americano.
Già alla fine degli anni
Cinquanta, con i primissimi Sputnik, l'ingegnere napoletano Amadeo
Bordiga - leader del Partito comunista d'Italia fino al 1930 e
principale animatore della scissione di Livorno del 1921 - si
avventurò in questo campo negando, per mezzo di calcoli matematici,
che un "proietto" qualunque - per quanto forte e lontano lo si
voglia sparare - possa seriamente e lecitamente sfuggire alla
«terrestre gravità».
Per lui, erano «cifre e
cifrette» oggettive, ma forse temeva che dopo le note vicende
terrestri, già abbastanza trucide, gli umani si apprestassero a
«impestare pure lo spazio cosmico».
Gli articoli apparsi su
«il programma comunista» dal 1957 al 1967 hanno titoli
inequivocabili, eccone qualche esempio: "Vera emulazione spaziale",
"Cronache della conquista ciarlatanesca degli spazi", "Balle di alta
precisione", "Echo e i programmi fasulli", "Micrometrici passi
radiali alla conquista del cosmo", "Follia spaziale in
liquidazione", "Tre colpi pubblicitari astrali", "Niente allunaggio
morbido, solo allunaggio bluffistico".
Ma questa è una storia
interessante e articolata che meriterebbe un capitolo a
parte.
La tecnologia usata
dall'Apollo 11 per volare verso la luna era estremamente primitiva e
il "computer" di bordo aveva meno memoria di una moderna
lavatrice.
Non esisteva nel 1969 una
tecnologia in grado di svolgere la missione! Infatti, senza dare
alcuna spiegazione, smisero di effettuare le missioni lunari
nonostante avrebbero potuto sfruttare le immense risorse geologiche
del nostro satellite.
Adesso viene effettuata
una spedizione su Marte, perché una missione lunare sarebbe più
facilmente verificabile dalle apparecchiature scientifiche e dai
satelliti di altri Paesi.
La voce dalla base di
Houston non tradiva alcuna emozione nonostante gli americani non si
siano mai distinti per il fair play e ciò che stava accadendo non
era certo un'operazione usuale, quella degli astronauti è piena di
frasi tipo «good show», «fantastic» e le comunicazioni tra gli
astronauti e la sala di controllo poi, sembrano per lo più lette da
un accurato copione.
La NASA potrebbe aver
effettuato una ricostruzione più o meno fedele della superficie
lunare, in base alle foto effettuate dalle sonde spaziali prima del
1969 ed è risaputo che compiva le sue prove di "allunaggio" in un
hangar che ricreava fedelmente la superficie lunare.
Chiaramente è riuscita a
spedire sulla superficie lunare attrezzature di ricerca in diverse
occasioni ma in nessun caso mai con uomini a bordo.
Infatti le ultime
ricerche scientifiche nel campo aerospaziale e medico provano che è
necessario avere una barriera protettiva dello spessore di almeno
due metri, per prevenire una "cottura" dell'uomo nello spazio.
Qualunque astrofisico non
ha nessuna difficoltà a disporre oggi di tutti i dati necessari a
provarlo e diversi studi sono diventati accessibili a
chiunque.
Gli astronauti durante la
permanenza nella navicella Apollo - e ancor più durante la
passeggiata lunare - avrebbero dovuto quindi morire "rosolati" dalle
radiazioni cosmiche e solari.
Non a caso gli studi
sovietici nel campo erano più avanzati ed essi non mandarono più
esseri umani nello spazio. Quando gli americani ebbero tra le mani
questi studi si rassegnarono anch'essi.
A tutt'oggi non c'è
alcuna prova che possa documentare l'allunaggio!
Parte
2 - Ipotesi e realta'